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Vini Franciacorta DOCG

La DOCG Franciacorta, situata a Sud del Lago d’Iseo, in 19 comuni in provincia di Brescia, rappresenta un’area viticola tra le più importanti e suggestive della Lombardia. Sulle magnifiche colline...Mostra di più

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Franciacorta, il cuore della bollicina italiana

Bianco, Rosé o Satèn, il Franciacorta rappresenta da sempre l’eccellenza delle bollicine italiane. Grazie ad una sapiente padronanza dell’arte della vinificazione, le uve di Chardonnay e Pinot Nero fanno risplendere la DOCG lombarda in tutto il mondo.

Franciacorta

La genesi della Franciacorta, una DOCG intramontabile

Il territorio della DOCG Franciacorta è dedito alla viticoltura fin dall’epoca preistorica, come testimoniano i vinaccioli e il materiale archeologico rinvenuti sulla zona. Ad attestare la continuità della tradizione durante i secoli successivi sono invece le diverse testimonianze scritte di poeti quali Plinio e Virgilio, oltre che alcuni documenti risalenti al XI, al X e all’XI secolo.

Proprio in un documento redatto a Brescia nel 1277 appare per la prima volta il toponimo “franzacurta”, derivato a sua volta dal latino francae curtae, letteralmente “corti franche”. La Franciacorta era infatti una terra di abbazie, priorati e monasteri che godeva di particolari privilegi, primo fra tutti quello di non dover pagare le imposte vescovili. Da qui “corti”, nel senso di corti monastiche, e “franche”, ovvero “libere”.

Durante il periodo medievale, la viticoltura si sviluppò ulteriormente espandendosi alle zone limitrofe, grazie anche alla diffusione di nuove tecniche di vinificazione e all’investimento di capitali.

 

Il vigneto della Franciacorta
© Antinori - Tenuta Montenisa

 

Nel 1570, il medico bresciano Gerolamo Conforti pubblicò uno dei primi testi al mondo sulla tecnica di preparazione dei vini a fermentazione naturale in bottiglia e i loro effetti sul corpo umano. Lo scritto anticipava le intuizioni che l’abate Dom Pérignon avrebbe avuto solo qualche secolo dopo e che, secondo la leggenda, sono all’origine della creazione del celebre champagne.

Nonostante le antichissime origini della Franciacorta, fino ad una cinquantina d’anni fa i vini prodotti in questa zona non vantavano ancora un alto livello qualitativo.  A dare una spinta decisiva furono gli esperimenti di spumantizzazione del viticoltore Guido Berlucchi di Borgonato, che nel 1961 elaborò le prime bottiglie del vino Franciacorta adottando la tecnica del metodo classico.

La DOC fu ufficialmente riconosciuta nel 1967, vantando il pregio di essere una delle prime Denominazioni di Origine Controllata nate in Italia a comprendere anche la tipologia spumante. A dimostrazione della continua evoluzione qualitativa dei suoi vini, nel 1995 gli venne attribuito il massimo riconoscimento possibile per i vini italiani, ovvero la DOCG (Denominazione ad Origine Controllata e Garantita).

 

Le cantine in Franciacorta
© Ricci Curbastro

 

Tutte le peculiarità del terroir della Franciacorta

La zona di produzione dei vini appartenenti alla DOCG Franciacorta ricade nella provincia di Brescia e comprende il territorio dei comuni di Paratico, Capriolo, Adro, Erbusco, Cortefranca, Iseo, Ome, Monticelli Brusati, Rodengo Saiano, Paderno, Passirano, Provaglio d’Iseo, Cellatica e Gussago, oltre a parte del territorio dei comuni di Cologne, Coccaglio, Rovato e Cazzago S. Martino.

Il territorio delimitato da questi comuni è incastonato in un anfiteatro morenico formatosi in seguito ai movimenti del ghiacciaio proveniente dalla Val Camonica. La presenza di sassi morenici è particolarmente benefica per la vite poiché le pietre immagazzinano il calore durante il giorno e lo restituiscono durante la notte. Inoltre, il suolo ghiaioso garantisce il drenaggio delle acque in eccesso, che potrebbero altrimenti nuocere alle radici della vite e generare grappoli di qualità inferiore.

Nonostante il suolo presenti alcune caratteristiche comuni, esso non è del tutto omogeneo. Per questo motivo, il Disciplinare di produzione della DOCG Franciacorta prevede la suddivisione del terroir in sei “unità vocazionali differenti”, ognuna delle quali conferisce ai vini particolari caratteristiche: 

  • morenico sottile: caratterizzato da suoli superficiali situati sulle creste e sulle pendici molto scoscese delle colline moreniche. I vini prodotti da questo terroir presentano un aroma speziato-vegetale e grande complessità
  • depositi fini: suoli profondi a tessitura limosa che conferiscono ai vini spiccate note floreali
  • fluvioglaciale: suoli mediamente profondi con scheletro grossolano che conferiscono ai vini il fruttato secco e una media complessità
  • colluvi gradonati: suoli molto profondi situati sui gradoni che offrono vini dalla media acidità totale
  • colluvi distali: suoli situati alla base delle colline calcaree che producono vini con alta acidità
  • morenico profondo: suoli profondi posti sulle colline moreniche più esterne che offrono vini in cui prevale il fruttato secco e lo speziato-vegetale

 

Il terroir della Franciacorta
© Ca' del Bosco

L’eccezionale varietà dei vini Franciacorta DOCG

La Denominazione d’Origine Controllata e Garantita "Franciacorta", è riservata al vino ottenuto esclusivamente attraverso la rifermentazione in bottiglia e la separazione del deposito mediante sboccatura. Questo metodo di vinificazione è conosciuto come Metodo Classico, e si differenzia da quello tradizionalmente usato per il Prosecco, detto Metodo Charmat o Martinotti.

Le tipologie ammesse dal Disciplinare sono il Franciacorta, il Franciacorta Rosé e il Franciacorta Satèn, per le quali è previsto un periodo minimo di affinamento dai 18 ai 24 mesi. Ognuna di queste tipologie può a sua volta presentare la menzione di “millesimato”, se l’affinamento minimo è di 30 mesi, o “riserva”, se l’affinamento ammonta a 60 mesi.

Sempre secondo il Disciplinare, le operazioni di tiraggio, ovvero di imbottigliamento, possono iniziare dal 1° febbraio successivo alla vendemmia dalla quale è stato ricavato il vino base più giovane.

Dal punto di vista del contenuto zuccherino, sono ammesse le tipologie dosaggio zero, extra brut, brut, extra dry, sec e demi-sec, anche se per la tipologia “Satèn” è prevista unicamente la versione brut. Proprio grazie a questa ampia gamma di possibilità, le caratteristiche organolettiche dei vini Franciacorta variano sensibilmente. In linea generale, si tratta di vini dai sentori di frutti di bosco, talvolta anche di mela acerba, che si traducono in un sapore secco e fruttato.

 

Le bottiglie di Franciacorta
© Ricci Curbastro

 

Il Franciacorta “Bianco”

I vini Franciacorta DOCG devono essere ottenuti a partire dalla vinificazione di Chardonnay e/o Pinot Nero, anche se possono concorrere alla produzione il Pinot Bianco, fino ad un massimo del 50%, e l’Erbamat, fino ad un massimo del 10%. Dopo l’imbottigliamento, questi vini devono essere sottoposti ad un periodo minimo di affinamento su lieviti di 18 mesi.

 In linea generale, il vino si presenta con un colore che va dal giallo paglierino più o meno intenso fino al dorato. Il profilo olfattivo si mostra da subito fine, ampio, delicato e complesso, mentre al palato risulta fresco, sapido ed armonico.

Questa tipologia è perfetta se abbinata ad aperitivi, ad antipasti di pesce, a primi piatti delicati o a secondi piatti a base di verdure o pesce. Particolarmente consigliato l’abbinamento di una bottiglia di Franciacorta Extra Brut Ricci Curbastro ad un delizioso risotto alla bresciana.

 

Il Franciacorta “Rosé”

Il vino Franciacorta Rosé DOCG deve essere ottenuto dalle uve di Chardonnay fino ad un massimo del 65% e di Pinot Nero per almeno il 35%. Possono concorrere alla produzione anche le uve di Pinot Bianco, fino ad un massimo del 50%, e di Erbamat, fino ad un massimo del 10%. Il tempo di affinamento minimo previsto è in questo caso di 24 mesi.

La colorazione del Franciacorta rosé dipende sia dalla tipologia e dalla combinazione del vino base che dalla durata della macerazione. In generale, il colore spazia sulle tonalità del rosa più o meno intenso. Il perlage è molto fine e persistente, così come la spuma incredibilmente ricca. Al naso, il vino appare delicato, ampio e complesso, sprigionando tutti i sentori tipici del Pinot Nero.

Il rosé è generalmente più corposo rispetto al bianco, ed è pertanto ideale per accompagnare piatti saporiti a base di pesce, verdure molto sapide o carni bianche leggere.

 

Il Franciacorta “Satèn”

Il vino Franciacorta Satèn DOCG deve essere vinificato con almeno il 50% di Chardonnay, anche se può essere composto anche da Pinot Bianco per un massimo del 50%. Il periodo di affinamento su lieviti è, anche in questo caso, pari a 24 mesi.

Prima che il Franciacorta Satèn fosse ufficialmente riconosciuto come DOCG, veniva chiamato “cremànt”, ovvero “cremoso”. Questo vino è infatti caratterizzato da una minore pressione in bottiglia rispetto agli altri Franciacorta, il che ne determina il particolare gusto morbido, setoso e rotondo.

La morbidezza e la cremosità del sapore del Satèn si ritrova anche nella sua spuma persistente e cremosa caratterizzata da uno splendido colore giallo paglierino intenso. Proprio per la sua innata delicatezza, questo vino si sposa perfettamente a raffinati piatti a base di pesce come un’insalata, un carpaccio o dei frutti di mare.

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