Vini Saint-Julien
Situata sulla riva sinistra della regione di Bordeaux, la denominazione Saint-Julien si estende su 5,5% del vigneto del Médoc, tra i comuni di Saint-Julien-de-Beycheville, Cussac-Fort-Médoc e...Mostra di più
L’AOC Saint-Julien, un grande terroir di Bordeaux
L’Appellation d’Origine Contrôlée Saint-Julien è una denominazione di Bordeaux grandemente nota per i suoi vini rossi, principalmente a base di Cabernet Sauvignon. Focus su un grande classico che non tramonterà mai.
Saint-Julien, una denominazione nel cuore del Médoc
La denominazione Saint-Julien fa parte del vigneto del Médoc, nella parte settentrionale della regione di Bordeaux, a 45 chilometri dalla città. Siamo sulla Rive Gauche, la riva sinistra, dell’estuario della Gironda, nel punto in cui la Garonne e la Dordogne si uniscono per diventare un unico fiume e dirigere il loro corso verso l’oceano. Situato fra le denominazioni di Margaux, a sud, e Pauillac, a nord, Saint-Julien si estende per 920 ettari, ciò che rappresenta il 6% del vigneto del Médoc e meno dell’1% del vigneto di Bordeaux.
Questa AOC (Appellation d’Origine Contrôlée) copre i comuni di Saint-Julien-Beychevelle (da cui prende, appunto, il nome), Cussac-Fort-Médoc e Saint-Laurent-Médoc. È sul primo di questi comuni che si trova la maggior parte delle parcelle di vigna.
La piccola denominazione è geograficamente delimitata a nord dal Ruisseau de Juillac e a sud dalla Jalle du Nord, due ruscelli che hanno anche il merito di drenare i terreni inclinati della zona e di portare l’acqua alla Gironda. Il vigneto si sviluppa su una striscia di terra di 3,5 chilometri di lunghezza e 5 chilometri di larghezza, che si affaccia ad est sulle paludi in riva alla Gironda.
Saint-Julien, la scoperta del potenziale di un grande territorio
Le prime tracce di un vino di Saint-Julien, all’epoca chiamato Saint Julien de Rintrac, risalgono all’VIII secolo. Fino al XVI secolo tutto il Médoc è una zona paludosa, ma viene fatta bonificare da Enrico IV, il quale chiama dei tecnici dai Paesi Bassi per drenare la regione. È solo a partire dal XVII secolo, quindi, che i primi borghesi e aristocratici, quali veri pionieri, provenienti dalle campagne circostanti o da Bordeaux, scoprono il valore del grande terroir della denominazione. Ecco che acquistano i primi lotti di terreno che verranno, d’ora in avanti, proficuamente dedicati alla coltura della vite.
Il valore del terroir, unito alla praticità della posizione in cui si trovano i vigneti, ha favorito il successo di questi vini. Trovandosi lungo il corso del fiume, il commercio via nave è privilegiato e l’importanza del porto di Bordeaux durante il periodo del cosiddetto “commercio triangolare” dà ampia risonanza ai vini di Saint-Julien.
Dopo i disordini causati dalla Rivoluzione francese e i grossi danni causati dalle epidemie che hanno colpito le viti di tutta Europa agli inizi del secolo scorso, il vigneto del Médoc non ha più conosciuto battute d’arresto nella sua ascensione in termini di notorietà e qualità. Nel 1936 il governo francese riconosce l’AOC di Saint-Julien e al giorno d’oggi più di 6 milioni di bottiglie vengono prodotte ogni anno.
Il vigneto di Saint-Julien
Il vigneto di Saint-Julien possiede suoli leggermente inclinati – su piccole colline con un’altitudine che varia tra i 10 e i 30 metri – che assicurano un drenaggio perfetto. Nel centro geografico del Médoc, riposa su roccia sedimentaria, con suoli di graves, cioè sabbie e ciottoli mescolati. Questo tipo di terreno ha la particolarità di immagazzinare il calore proveniente dai raggi del sole durante il giorno. Durante la notte questo stesso calore viene gradualmente liberato e riflesso sulle viti.
Se la superficie risulta piuttosto omogenea, il sottosuolo rivela la varietà che dà ai vini della denominazione la loro caratteristica complessità. Il clima è qui temperato e di tipo oceanico, fortemente regolato e mitigato dall’influsso del fiume.
Fedele alla tradizione del Médoc e della Rive Gauche, il vitigno principe della denominazione è il Cabernet Sauvignon, che domina maggioritariamente il vigneto di Saint-Julien. I rendimenti autorizzati sono di 55 hl/ha, con una densità d’impianto di 6.500-10.000 piedi per ettaro.
Le uve di Saint-Julien, l’arte dell’assemblaggio
Sul vigneto di Saint-Julien è possibile trovare diverse varietà, che assemblate insieme, danno vita al cosiddetto “taglio bordolese”. Il Cabernet Sauvignon è preponderante, capace di dare il meglio di sé su questi suoli ghiaiosi e ben drenati. È il Cabernet Sauvignon la colonna portante della struttura dei vini di Saint-Julien. Essendo un vitigno tardivo, dà vita a gradevoli maturità, che si ritrovano negli aromi del vino. È anche il responsabile della sua struttura tannica potente e della sua longevità.
Il braccio destro (ma solo per quanto riguarda la riva sinistra, perché dall’altro lato del fiume, è il grande protagonista di altre denominazioni) è il Merlot. È ad esso che si deve l’apporto in rotondità e golosità. La proporzione varia a seconda dello stile di ogni vinificazione, ma rimane sempre largamente minoritaria rispetto al Cabernet Sauvignon.
Gli assemblaggi sono infine completati, sempre in proporzioni variabili, da Cabernet Franc, Petit Verdot, Malbec e, a volte, il Carménère, i quali apportano aromi fruttati, floreali e speziati.
Lo stile dei Saint-Julien, una complessità che aumenta con il passare degli anni
I vini di Saint-Julien si inseriscono nella tradizione dei vini della riva sinistra di Bordeaux. Il bouquet aromatico viene infatti reso più variegato dagli aromi provenienti dal forte utilizzo di botti di legno nuove. L’affinamento in botte infatti si protrae come minimo fino al 1° giugno dell’anno che segue la raccolta. Al più tardi, invece, l’imbottigliamento avviene al 31 dicembre del terzo anno che segue la vendemmia.
Secondo un modo un po’ antiquato e, per alcuni, controverso di guardare ai vini di Saint-Julien, la tradizione li suddivide in vini più delicati e morbidi a sud, verso Margaux, e più intensi e strutturati a nord, verso Pauillac.
I Saint-Julien si presentano con una veste molto profonda, color rubino scuro. Il naso viene invaso dapprima da una complessità di fragranze, che vanno dalla viola ai frutti rossi e neri, passando per il mirtillo e la mora. In seguito si apre gradualmente verso la prugna secca e gli aromi dell’affinamento, quali il cacao, il pane tostato, il caffè e la scatola di tabacco. Con l’età appaiono le note di cuoio e di tartufo.
In bocca, fa prova di una grande potenza, un po’ austera nella sua prima giovinezza. La trama serrata e ben concentrata porta una struttura imponente. I tannini si srotoleranno, con il tempo, densi, vellutati e profondi. I vini di Saint-Julien sono caratterizzati da una straordinaria vocazione all’invecchiamento, mostrando un’evoluzione lenta e graduale, tanto da rimanere ancora tendenti al rosso scuro-nero anche dopo 10-15 anni dalla vendemmia. Da dimenticare in cantina per almeno un decennio e poi gustarli nel pieno della loro raffinatezza e complessità.
Saint-Julien, grandi nomi del panorama viticolo bordolese e come degustarli
Nella Classification Officiel del 1855 non ci sono Premier Cru di Saint-Julien. Gli 11 sono i Cru Classé, da soli, elaborano l’80% della produzione! Fra i Quatrième Cru Classé troviamo: Beychevelle, Branaire-Ducru, Saint-Pierre e Talbot. I due Troisième Cru sono: Lagrange e Langoa. In cima alla piramide svettano i grandi châteaux di Ducru-Beaucaillou, Gruaud Larose, Léoville Barton, Léoville Las Cases e Léoville Poyferré.
Nomi noti in tutto il mondo per la qualità indiscutibile dei loro grandi vini rossi, nello stile di Saint-Julien. Servire sempre a 15-16°C e sposare a piatti succulenti, come carni rosse o selvaggina. Piatti nobili a base di tartufo o funghi porcini esalteranno e accompagneranno egregiamente questi vini. D’altronde un abbinamento inaspettato, ma di sicuro successo è con il cioccolato fondente: più amaro sarà il cioccolato, più seducente sarà l’abbinamento.