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Vini della Corsica

I rinomati vigneti Corsi erano presenti già prima dell'arrivo dei Greci. Le viti erano in quel tempo allo stato selvatico e le uve venivano già raccolte, ma la coltivazione avverrà solo più tardi. La...Mostra di più

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Vini di Corsica: una regione viticola alla (ri)scoperta dell’identità tipica del territorio


I vini sono inscritti nel Dna della Corsica, senza possibilità di scinderli da essa. Con una grande varietà di terroir e un clima perfetto per la viticoltura, l’Île de Beauté dà vita a vini di qualità. La tipicità dell’isola si basa con sempre maggiore convinzione sulla valorizzazione del terroir e dei vitigni autoctoni della regione e sul progresso delle tecniche.

Corse

Storia dei vini della Corsica

Corse1

Le prime testimonianze della crescita della vite in Corsica, allo stato selvaggio, risalgono a 6.000 anni fa. La storia della viticoltura inizia molto dopo però, quando i Focei, un popolo greco che ha fondato molte colonie sul mar Mediterraneo, nel VI secolo a.C. introducono la vigna ad Alalia, oggi Aleria. La coltura della vite e l’elaborazione dei vini in Corsica viene in seguito portata avanti dai Romani, dai Pisani nel XI secolo, dai Genovesi a partire dal XIII secolo, fino a quando nel 1768 l’isola viene ceduta alla Francia con il trattato di Versailles.
Il vigneto còrso inizia quindi un nuovo capitolo della sua storia, durante il quale non cessa di prosperare e di ingrandirsi. Nel 1873 si estende infatti per 30.000 ettari. L’influenza italiana e poi quella francese nella viticoltura còrsa le hanno infatti fornito il background perfetto per lo sviluppo di un’economia largamente basata sulla vitivincoltura.



Purtroppo alla fine del XIX l’epidemia di filossera della vite ha danneggiato enormemente le vigne dell’isola, mentre l’emigrazione di massa dei decenni successivi ha spopolato la regione. L’economia locale, che da secoli dipendeva strettamente dal florido commercio dei famosi vini di Corsica, è stata gravemente danneggiata da questi eventi. L’arrivo della manodopera dei Pieds-noirs, Francesi rimpatriati dalla colonia algerina dopo l’indipendenza di quest’ultima nel 1962, ha consentito di iniziare un’opera di ripiantamento della vite. Il numero dei vigneti aumenta e l’economia riprende forza, concentrandosi inizialmente più sulla quantità che sulla qualità.

I vini della Corsica oggi, le Aoc e la ricerca di un inconfondibile stile còrso


Nel 1975 per i vini della Corsica vengono riconosciute nove Aoc (Appellation d’Origine Contrôlée). Da Nord a Sud le nove denominazioni Aoc, distribuite su 111 comuni, sono Coteaux du Cap Corse, Muscat du Cap-Corse, Patrimonio, Calvi, Vin de Corse, Ajaccio, Porto-Vecchio, Sartène e Figari. I vigneti si estendono su un totale di più di 7.000 ettari, di cui 2.500 sono nelle Aoc e producono 117.000 ettolitri di vino per anno. Quello che si riscontra negli ultimi anni è un’attenzione maggiore alla qualità, al savoir-faire, alla precisione dello stile e della riconoscibilità. Frutto di un terroir eccezionale, la qualità dei vini còrsi non è più messa in discussione. Molti dei vitigni internazionali piantati dai rimpatriati Francesi, votati alla produzione principalmente di vini da tavola, stanno venendo negli anni rimpiazzati con vitigni autoctoni, destinati a produrre vini molto caratteristici.

L’Île de Beauté, terroir culla dei vini della Corsica

Vignoble_Canarelli-©_Claude-Cruells

I Greci l’avevano soprannominata Kallíste, “la più bella”, e oggi è chiamata l’Île de Beauté, l’“Isola della Bellezza”. La Corsica seduce il visitatore per le sue bellezze paesaggistiche e il suo clima mite mediterraneo, anche se all’interno, tra montagne e vallate, possono trovarsi microclimi molto variegati, che possono a volte rendere difficoltosa la coltura della vite.


Quest’isola gode di un’esposizione al sole eccezionale e ospita vari tipi di terreni. Sulla costa occidentale si trovano terreni granitici, che si riflettono nei vini tramite mineralità e freschezza. A Nord si trovano suoli argillosi e calcarei: le note vegetali e la carnosità che riscontriamo nei vini ne sono la testimonianza. Ad Ovest troviamo invece sabbie marnose e alluvionali.


La vite viene coltivata quasi ovunque, grazie a queste condizioni favorevoli, tranne che al di sopra dei 400 metri di altitudine.

I vini della Corsica e la loro più grande ricchezza: i vitigni autoctoni


A fianco di vitigni importati, la Corsica vanta circa una trentina di vitigni autoctoni, che sono alla base della tipicità e della riconoscibilità dei vini còrsi. Negli ultimi anni si è assistito infatti a una grande eliminazione delle vigne piantate dai rimpatriati d’Algeria, in favore dei vitigni insulari. Al punto che molti viticoltori sono disposti ad abbandonare l’Aop (Appellation d’Origine Protégée), pur di aumentare le percentuali di queste varietà nell’uvaggio dei loro vini, andando contro alle regolamentazioni del disciplinare.


Tra gli autoctoni, sei sono grandi vitigni nobili, reintrodotti appunto nell’ottica della ricerca di un’identità tipicamente còrsa. Il Niellucciu, il Vermentinu, lo Sciaccarellu, l’Aleatico, il Bianco Gentile e il Barbarossa.


Oltre al Niellucciu e allo Sciaccarellu, altri vitigni neri molto diffusi sono Grenache (Cannonau), Cinsault, Syrah, Carignan e Aleatico. Oltre al già citato Vermentino, tra i bianchi troviamo invece Bourboulenc, Clairette, Muscat à petits grains, utilizzato per il vino dolce naturale Muscat du Cap Corse.

La Corsica, una regione in rosa e in rosso


Tra il 55 e il 60% della produzione delle Aoc còrse è rappresentato dai rosé. La maggior parte dei vini di qualità della Corsica, indipendentemente dal loro colore, hanno un’ottima capacità d’invecchiamento e possono anche cambiare radicalmente col passare degli anni. Se è vero che ogni vitigno ha le sue specificità, ci si può almeno soffermare sui tre più celebri.


Tra questi troviamo senza dubbio il Niellucciu, noto in Toscana come Sangiovese, nonché varietà più diffusa in Corsica (35%). Viene coltivato in quasi tutta l’isola, ma rappresenta la bandiera della denominazione Patrimonio. Viene vinificato sia in rosa che in rosso e ha la caratteristica di apportare intensità aromatica, di frutti rossi e viole, e struttura. Se i vini rossi Patrimonio si presentano carnosi, speziati e golosi, i rosati, con i loro aromi di frutta fresca e spezie, sono vivaci ed eleganti.


Il Vermentinu, un vitigno bianco anche noto col nome di “Malvasia della Corsica”, rappresenta uno dei migliori bianchi del Mediterraneo e la seconda varietà più diffusa in Corsica (17%). In Francia è noto col nome di Rolle. Questi dà origine a grandi vini freschi, tesi, secchi, dagli aromi floreali e di mele e mandorle.


A condividere il podio con questi due vitigni nobili, troviamo lo Sciaccarellu (15%), che in dialetto locale significa “croccante”. Viene coltivato in particolar modo tra Ajaccio e Sartene. I vini provenienti da questo vitigno rosso si mostrano fini, di classe e molto generosi. Presenta tannini meno forti rispetto al Niellucciu.


Fra i principali produttori della regione viticola còrsa, troviamo tre tenute che in particolar modo hanno saputo valorizzare il territorio, nel rispetto dell’ambiente e dell’ampelografia insulare: Abbatucci, Canarelli e Leccia.

Domaine Abbatucci, il tesoro dei vitigni còrsi


Tenuta viticola nel Sud della Corsica già appartenente agli Abbatucci, solo negli Sessanta inizia a rappresentare l’attività principale della famiglia, grazie ad Antoine. Egli ripianta 18 varietà autoctone su un’unica parcella su una collina di arena granitica. È suo figlio però, Jean-Charles, attualmente alla guida della proprietà, che riesce a valorizzare al meglio il patrimonio di tradizioni e vitigni còrsi. Dal 2000 la tenuta è inoltre coltivata in agricoltura biodinamica.


Tra i vitigni bianchi troviamo Bianco gentile, Barbarossa, Biancone, Brustiano, Carcajolo Bianco, Genovese, Paga Debiti, Rossola Brandinca, Rossola Bianca, Riminese. Tra i rossi abbiamo Aleatico, Carcajolo Nero, Minustello, Morescola, Morescono, Montanaccia. Risiede in questo tesoro di varietà il vero segreto della tipicità dei vini rossi, bianchi e rosati di Abbatucci.

Clos Canarelli, tra i fautori della rivoluzione dei vini della Corsica


Clos Canarelli è guidato da Yves Canarelli che nel 1993 riprende il vigneto di famiglia tra Figari e Bonifacio. La tenuta comprende 25 ettari di vitigni rossi (Niellucciu, Sciacarellu, Syrah, Grenache, Carcajolo Nero, Minustello, Moresconu), 7 ettari di bianchi (Vermentinu, Genovese, Codivarata, Bianco Gentile), più i 5 ettari a Bonifacio (Sciacarellu, Carcajolo Nero Minustello come rossi e Vermentinu, Genovese, Riminese come bianchi).


Forte di una varietà ampelografica eccezionale, oltre alla tradizione, Canarelli guarda costantemente al futuro, sperimentando nuove tecniche, come, in particolare, la vinificazione in anfore. Queste, essendo in terra cotta, hanno una porosità che permette scambi tra il mosto in fermentazione e l’atmosfera esterna. Questa tecnica mette in risalto la personalità fruttata naturale dei vini e i sapori profondi.


Tra i migliori produttori dell’isola, Canarelli produce vini rossi profondi, raffinati, setosi, molto bevibili. I suoi bianchi mettono in risalto il terroir grazie a un bouquet fresco, floreale, con note minerali.

Yves Leccia, un Patrimonio prezioso di vini della Corsica


Nel cuore della denominazione Patrimonio, Yves Leccia, proveniente da una famiglia di viticoltori, fonda nel 2005 la sua propria tenuta insieme a sua moglie, Sandrine. Si tratta di 15 ettari di vigna sulle splendide parcelle di E Croce e Partinelone, che poggiano su suoli argillo-calcarei con scisti e godono di un microclima influenzato dal Golfo di San Fiorenzo.


Nel vigneto, dopo aver molto sradicato e ripiantato, oggi ritroviamo principalmente Vermentinu, Niellucciu, Grenache, Ugni Blanc e Bianco Gentile. Il lavoro in vigna è esclusivamente meccanico, senza l’utilizzo di erbicidi e con trattamento solamente organici.

2.0.0