Champagne Bollinger
La posizione e la superfice del vigneto della Maison dello Champagne Bollinger. Situata nel dipartimento della Marna, nel comune di Aÿ, la Maison Bollinger Champagne ha origine nel 1829. Con 179...Mostra di più
Champagne Bollinger, l’eleganza delle bollicine francesi in due secoli di savoir-faire
Lo Champagne Bollinger segna una pietra miliare nella storia delle maison produttrici delle bollicine francesi. Questi grandi vini, marcati dalle uve di Pinot Nero, hanno saputo creare lo stile Bollinger, fatto di Champagne vinosi e potenti.
La nascita dello Champagne Bollinger e i tre uomini che ne sono i fautori
Questa è una storia che si potrebbe iniziare con “C’era una volta”, poiché le sue origini risalgono a quasi due secoli fa e si devono a tre uomini intraprendenti che hanno avuto l’audacia e la lungimiranza di iniziare un’avventura che proseguirà nei secoli.
Athanase de Villermont eredita dalla sua famiglia una grande tenuta nei pressi di Aÿ, nello Champagne. La sua condizione di aristocratico gli impedisce di immergersi in prima persona in attività commerciali, per questo forma una fortunata alleanza con Joseph Bollinger, un tedesco esperto di commercio di vini di Champagne, e Paul Renaudin, uno champenois appassionato di vini. Le società Renaudin-Bollinger & Cie viene fondata nel 1829.
Champagne Bollinger attraverso le difficoltà del Novecento
“Se la vita ti dà limoni, tu fai una limonata”, dicono gli americani. Ai Bollinger la vita ha dato Pinot Nero e loro ne hanno fatto uno Champagne. Attraverso le generazioni, i figli e i nipoti di Joseph Bollinger, hanno a che fare con la disastrosa epidemia di filossera, le guerre e tutte le difficoltà di un mondo che attraversava una fase complessa della sua storia.
Fin dal 1884 la maison ottiene il prestigiosissimo Royal Warrant, il marchio dei fornitori ufficiali della Corona britannica, grazie ai figli di Joseph, Joseph (junior) e Georges. Considerato il più britannico degli Champagne, se l’amicizia tra Bollinger e l’Inghilterra è nata con il sodalizio tra Joseph Bollinger e Ludwig Mentzendorff, mercante di vini a Londra nel XIX secolo, essa è andata evolvendosi fino a diventare lo Champagne di James Bond, a partire dal 1979…
Madame Bollinger e l’affermazione degli Champagne della maison
Durante gli anni della Seconda guerra mondiale Jacques, figlio di Georges, muore ed è la moglie, Elisabeth Law de Lauriston-Boubers, di origini scozzesi, a prendere le redini della proprietà. Madame Bollinger, con la sua passione, il suo fiuto e il suo perfezionismo dà una spinta ineguagliabile all’affermazione degli Champagne Bollinger. È lei a creare la celebre cuvée Bollinger R.D., récemment dégorgé.
Dopo di lei, è la volta del marito di sua nipote, Claude d’Hautefeuille e poi di Christian Bizot, grande viaggiatore come la “zia Lily”, che ha fatto scoprire la maison a così tanti sommelier e ristoratori (senza dimenticare il produttore cinematografico della saga di James Bond, con il quale stringe un accordo tra gentlemen).
Champagne Bollinger oggi
Nel 1994 la presidenza va al pro-pro-nipote di Joseph Bollinger, Ghislain de Montgolfier. Nel 2008, dopo cinque generazioni di Bollinger, la presidenza esce per la prima volta dalla cerchia famigliare con Jérôme Philipon, che, con l’appoggio della famiglia, si inserisce nel processo di modernizzazione avviato dal suo predecessore e lo alimenta con nuovi investimenti. Oggi l’identità della casa è garantita da Charles Armand de Belenet.
Il vigneto della Maison Bollinger
I 174 ettari di superficie vitata, l’85% dei quali sono Grand e Premier Cru, sono suddivisi in sette vigneti: Aÿ, Avenay, Tauxières, Louvois, Verzenay, Cuis et Champvoisy. L’uva protagonista è il Pinot Nero, che rappresenta il 60% del vigneto e che dona la tipica struttura dei vini Bollinger, sostenuta e completata da Chardonnay e Pinot Meunier. Due parcelle, Clos Saint-Jacques e Clos des Chaudes Terres ad Aÿ, sono state risparmiate dall’epidemia di filossera di inizio Novecento. Esse vengono tutt’oggi preservate e lavorate solo a mano. È da queste vigne che provengono le uve per la rarissima cuvée Vieilles Vignes Françaises.
Bollinger è una delle poche maison di Champagne a produrre in proprio la maggior parte delle uve utilizzate nelle vinificazioni. Il resto proviene da viticoltori che condividono la filosofia della casa e la sua stessa ricerca della qualità.
Champagne Bollinger e l’impegno per una viticoltura sostenibile
Da tempo Bollinger si impegna in pratiche di agricoltura sostenibile, come l’inerbamento dei suoli, l’utilizzo molto limitato di erbicidi, la lotta agli insetti sostenuta in maniera biologica, il riutilizzo del legno proveniente dalle potature e la valorizzazione della biodiversità.
Sulla Côte aux Enfants 4 ettari sono condotti in agricoltura biologica. A suggellare l’impegno preso nel rispetto della natura e nell’utilizzo di pratiche agricole sostenibili, Bollinger ha ottenuto – prima maison di Champagne a farlo – la certificazione statale HVE, “Haute Valeur Environnementale”.
Un savoir-faire artigianale, cifra stilistica dello Champagne Bollinger
La tenuta è ormai l’ultima a ospitare un bottaio di casa. Un antico mestiere che presso Bollinger trova la sua valorizzazione, in quanto ognuna delle 3.500 botti antiche della proprietà, alcune quasi centenarie, ha bisogno di cure e di manutenzione. Se una doga rischia di rompersi va sostituita e se una botte non viene utilizzata, va riempita, seccata e zaffata.
Altri detentori di antichi saperi sono inoltre lo chef de cave e il direttore del vigneto. Il primo è colui il quale si occupa delle vinificazioni, decide quando e come. Tempismo, precisione e lungimiranza sono le qualità che lo caratterizzano, poiché, insieme al Comité de dégustation, deve decidere ogni anno come completare l’assemblaggio con i vini di riserva, capaci di fornire infinite sfumature alla palette aromatica dei vini.
Il direttore del vigneto si occupa invece della gestione della vigna, o meglio delle vigne. Ogni zona ha esigenze diverse e anche ogni uva. Per il Pinot Nero destinato a vini rossi, per esempio, è importantissimo il raggiungimento della maturità ottimale, agevolato da sistematiche vendemmie in verde e raccolte tardive.
L’accurata elaborazione di uno Champagne Bollinger, i vini di riserva e le cuvée millesimate
A giocare un ruolo fondamentale, dopo il lavoro in vigna e le vinificazioni, è il tempo. Dopo la fermentazione in piccoli tini in acciaio o in legno e dopo l’imbottigliamento, i vini iniziano il loro riposo nei sotterranei delle cave di gesso. La micro-ossigenazione ha conferito loro una capacità d’invecchiamento incredibile: le Special Cuvée riposano qui almeno tre anni e molti di più ne trascorrono per le cuvée millesimate.
Una parte dei vini migliori viene imbottigliata in magnum, ciò che permette di accentuare la finezza del bouquet, la rotondità e la complessità, per essere poi destinata, in quanto vini di riserva, agli assemblaggi della Special Cuvée.
Le cuvée millesimate vedono la luce del giorno solo nelle annate davvero eccezionali, quando la maturità delle bacche è assoluta ed esse hanno raggiunto il perfetto equilibrio zuccheri-acidità. Queste vengono vinificate solo in botti e sono la Grande Année, dagli aromi intensi, e la Grande Année Rosé, golosa e di carattere.
L’inimitabile stile Bollinger
L’esigente lavorazione avvenuta, dalla vigna alla cantina, porta all’elaborazione di vini inconfondibili. Champagne vinosi e intensi, il Pinot Nero gli apporta potenza, raffinatezza e complessità. La loro apparizione nei film di James Bond non è un caso, visto che con l’agente segreto di Sua Maestà condividono eleganza e fascino.
La cuvée Bollinger R.D. 2004
Solo le annate migliori sono destinate a diventare cuvée R.D., récemment dégorgé. Queste subiscono una sboccatura, a mano, davvero tardiva, accentuando in questo modo la complessità degli aromi e la loro freschezza. La cuvée Bollinger R.D. 2004 è appena stata messa in commercio, dopo pochi mesi dalla sboccatura, ed è costituita per il 66% da Pinot Nero e il 34% da Chardonnay. La maturazione ha goduto di tempi lunghissimi, quattro volte superiori a quelli previsti dai disciplinari.
Alla degustazione si presenta su un colore oro brillante e profondo. Al naso offre aromi di frutta candita e secca, insieme a quelli di spezie dolci. Le fragranze si evolvono poi verso la prugna e l’arancia candita. Vino generoso, apporta sapori intensi di frutta candita e di torta di mele, che rendono la bocca perfettamente armoniosa e piena.