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Vini Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG

Il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG è un terroir eccezionale per l’elaborazione di questi vini spumanti del Nord Italia, tanto apprezzati nel mondo. È il vitigno bianco Glera il protagonista...Mostra di più

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2022
NV
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Tutte le sfumature del Prosecco

Da luglio 2019 Patrimonio mondiale dell’UNESCO, le colline di Conegliano e Valdobbiadene, situate nelle province del Veneto, sono all’origine della DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, lo spumante più prestigioso dell’intera regione.

 

Gli errori da evitare quando si parla di Valdobbiadene Prosecco Superiore

L’ubiquità di cui gode il prosecco negli ultimi decenni è in gran parte dovuta alla popolarità dello spritzil quale prevede, oltre al celebre vino veneto, Aperol o Campari e acqua tonica, di solito serviti con ghiaccio e una fetta di arancia. Quello che si usa nei cocktail non è necessariamente il prosecco di miglior qualità. La notorietà di questi prosecchi economici se, da un lato, favorisce comunque la celebrità di questo vino, dall’altro getta ombra sui produttori che invece vinificano con risultati mai meno che eccellenti.

“Il prosecco è come lo champagne, ma più economico” è un altro pregiudizio piuttosto diffuso. Se è vero che di solito il prezzo medio di uno champagne è sensibilmente più alto di quello di un prosecco, è vero anche che lo champagne ha saputo meglio sfruttare le possibilità di un buon marketing. Resta però innegabile che prosecco e champagne non si assomigliano minimamente, escluso il fatto che sono entrambi vini frizzanti. In primo luogo sono elaborati a partire da vitigni differenti. Per lo champagne si tratta principalmente di Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier. Per il prosecco unicamente il Glera. Il vino francese diventa frizzante tramite un metodo detto tradizionale, che consiste nell’avviare una seconda fermentazione in bottiglia. Quello utilizzato per elaborare il vino veneto è invece il metodo Charmat o Martinotti, che prevede che la seconda fermentazione avvenga in autoclave, un grande tino in acciaio inox e sotto pressione. Naturalmente, gli aromi che si sviluppano non sono gli stessi. Uno champagne invecchiato sulle fecce, oltre agli aromi di agrumi e pesca, assume aromi di lievito, pane tostato o brioche. Gli aromi del vino italiano restano invece più legati alla freschezza e dinamicità del frutto, in particolare evocando la mela verde, il melone verde, la pera e i fiori bianchi.La stessa differenza si trova fra il Prosecco e il Franciacorta della Lombardia (scopri di più qui).


© Paolo Spigariol – Bisol

Il prosecco viene a volte anche confuso con l’Asti Spumante. Anche qui le differenze sono tuttavia marcate. L’Asti Spumante DOCG è prodotto in Piemonte, a partire dall’uva Moscato, mentre il Prosecco Valdobbiadene Superiore è esclusivamente prodotto a Conegliano Valdobbiadene, in provincia di Treviso, in Veneto. La presa di spuma dell’Asti avviene in autoclave, ma esiste anche la versione metodo classico. Il risultato è, si, un vino dal colore giallo paglierino, ma che presenta aromi intensamente fruttati e floreali di pesca, uva e rosa e che, anche nella versione secca, ha un residuo zuccherino che lo rende come minimo abboccato.

Ad oggi, la produzione del prosecco è diffusa non soltanto sulle colline venete, ma anche in alcune zone del Friuli-Venezia Giulia, specialmente nelle province di Gorizia e Trieste.

 

DOCG Valdobbiadene Prosecco Superiore e DOC Prosecco, quali sono le differenze?

La viticoltura nella zona di Conegliano è attestata fin dai tempi dei romani. La storia della produzione del prosecco non è facile da ricostruire, ma quel che è certo è che, nel corso dei secoli, esso viene sempre citato in quanto vino di piacere e di qualità. Nel 1876 viene fondata a Conegliano la prima Scuola enologica d’Italia, suggellando da allora in avanti lo stretto rapporto tra la regione e un know-how viticolo di grande competenza.


© Adami

A partire dal secondo dopoguerra vini prosecchi iniziano ad essere prodotti in Sudamerica, Croazia, Australia, ecc. Per difendere la tipicità e l’unicità di questo vino, nel 1969 viene creata la DOC (Denominazione di Origine Controllata) Prosecco nei 15 comuni tra Conegliano e Valdobbiadene. 40 anni dopo, il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene diventa la 44esima DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) d’Italia, mentre in 9 province da Trieste a Vicenza la denominazione IGT viene promossa a DOC.

In cima alla piramide abbiamo infine il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, in cui la menzione Superiore sta ad indicare che si tratta di vini spumanti. Questi possono essere prodotti nelle versioni Brut, Extra Dry e Dry, e sono di tre tipi. In ordine crescente di qualità: • il Valdobbiadene Prosecco Superiore, cioè la DOCG tout court • la DOCG Rive, dove “rive” in dialetto locale indica i versanti scoscesi delle colline, estesa su 43 Rive • la DOCG Cartizze, un cru che si estende su 107 ettari tra San Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol.

Nel 2019 arriva inoltre un altro riconoscimento. L’UNESCO riconosce le colline di Conegliano e Valdobbiadene come Patrimonio mondiale dell’umanità. Le colline del Prosecco DOCG si situano al pari di altri paesaggi culturali come Langhe Roero e Monferrato in Piemonte e, in Francia, Champagne, Borgogna e Saint-Émilion.

 

Il Prosecco Valdobbiadene Superiore e la viticoltura eroica

In un paesaggio naturale spettacolare si estendono le vigne di Glera del Prosecco Valdobbiadene Superiore. Alle pendici delle Prealpi, i movimenti della crosta terrestre hanno creato un paesaggio chiamato hogback, con un susseguirsi di colline a corde parallele. Il clima, protetto dai venti freddi provenienti da nord-est, permette di avere primavere dolci e autunni lunghi. Un’aria piuttosto secca, la rarità delle gelate, le escursioni termiche diurne, che possono arrivare anche fino a 14-15°C, si rivelano essere condizioni ideali per le viti di Glera.


© Mionetto

I terreni possono essere principalmente calcarei, arenosi, marnosi, morenici o conglomerati più o meno serrati e sabbiosi di rocce del Pliocene. Le pendici delle colline, che si aggirano tra i 70 e i 450 metri, hanno pendenze davvero elevate, che possono superare anche il 45% e in questo caso si parla di “viticoltura eroica”. Sui vigneti più scoscesi è già impegnativo riuscire a rimanere in piedi: l’utilizzo di macchine agricole è semplicemente impossibile.

 

Uomini e Glera: i grandi protagonisti del Valdobbiadene Prosecco Superiore

Sono diversi i nomi da citare se si vuole parlare delle eccellenze di questo territorio. Le famiglie che grazie al loro lavoro appassionato hanno reso grande la denominazione da generazioni e generazioni, sono custodi di competenze tradizionali uniche.

Da ben cinque secoli la famiglia Bisol si occupa di un vigneto nel cuore dell’Altamarca Trevigiana. 70 ettari, di cui tre nella denominazione Cartizze, rendono questa tenuta un gioiello incastonato tra le ripide colline tra Conegliano e Valdobbiadene. Podere figlio della tenuta Bisol, Desiderio Jeio produce un prosecco di un’eleganza unica. Tra i migliori cinque produttori di Valdobbiadene Prosecco Superiore e Cartizze, troviamo in un posto d’onore Adami.


© Mattia Mionetto / Bisol

Il vigneto si trova in un anfiteatro naturale di fronte allo spettacolo delle Dolomiti. In un quadro di verde lussureggiante, si erge invece il palazzo del XVII secolo, in stile palladiano, di Villa Sandi. I tunnel sotterranei della villa, serviti durante la Seconda guerra mondiale, contengono oggi più di un milione di bottiglie. Risale all’immediato primo dopoguerra la fondazione della cantina Nino Franco, oggi uno dei più grandi produttori ed esportatori del rinomato vino veneto. Orgogliosi coltivatori di Glera fin dal 1870, i Frozza si trovano su 7,5 ettari vitati su scenografici pendii scoscesi.

 

L’esperienza di piacere nelle bollicine trevigiane di un calice di Prosecco Valdobbiadene Superiore

A seconda del residuo zuccherino, un Prosecco Valdobbiadene Superiore DOCG può essere degustato nella versione Brut (5-12 g/l), Extra Dry (12-17 g/l) e Dry. (17-32 g/l)

Nel classico calice a tulipano, servito alla temperatura ideale di 6-8°C, il Prosecco Superiore si presenta alla degustazione in una veste dal colore giallo paglierino brillante e con una spuma fine, che sa di festa. Frutti verdi, pesca, pera, agrumi, fiori di gelsomino, leggere note di pistacchio emanano dal bouquet olfattivo e gustativo e portano l’immaginazione sulle verdi e serene colline venete. L’acidità marcata bilancia il residuo zuccherino, lasciando in bocca una sensazione di freschezza e di eleganza in perfetta armonia.

Il prosecco vede la sua fama nel mondo, come già detto, indissolubilmente legata al momento dell’aperitivo, e non a torto: non c’è nulla di meglio di accompagnare un momento di convivialità a fine giornata, con stuzzichini e un buon vino. La sua versatilità lo rende comunque perfetto per accompagnare un intero pasto. Pesce, frutti di mare e verdure sono i principali alleati, ma anche carni bianche e formaggi freschi esalteranno il nettare nel vostro calice. Anche se la versione Brut è quella che incontra di più il gusto contemporaneo internazionale, la versione Dry, meno diffusa, non va sottovalutata. Si presta infatti agli abbinamenti più audaci, con dolci secchi o perfino cibi piccanti.

 

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