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Vini Bolgheri DOC

Il celebre Bolgheri prende il suo nome da Bolgheri, una frazione del comune di Castagneto Carducci che si trova a pochi chilometri da Livorno, in Toscana. Esteso su 1.200 ettari, questa regione...Mostra di più

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Vini Bolgheri DOC, un’icona di fama mondiale

Dal sogno nel cassetto di un Marchese ambizioso nascono i vini Bolgheri DOC: rossi, bianchi o rosati, in pochissimo tempo hanno scalato le classifiche qualificandosi tra i vini più apprezzati in assoluto.

vini Bolgheri

C’era una volta un Marchese... le origini della DOC Bolgheri

Nonostante la creazione effettiva della DOC Bolgheri sia avvenuta nel recente 1983, per spiegarne le origini è necessario tornare indietro nel tempo.

La nostra storia si svolge a Castiglioncello, piccolo comune situato in provincia di Livorno, nel cuore della splendida Maremma toscana. Le prime testimonianze di coltivazione della vite in questo territorio risalgono al periodo etrusco ed a quello romano.

Fu grazie al Conte Guido Alberto della Gherardesca che, nella prima metà dell’Ottocento, si diffuse una nuova cultura enologica sostenuta dall’assunzione di viticoltori esperti in grado di sfruttare al massimo tutte le potenzialità del territorio. Il conte Guido Alberto decise di basare la sua produzione su vini ottenuti da vitigni francesi quali il Gamay, il Syrah e il Cabernet.

Purtroppo, agli inizi del Novecento vi fu un terribile attacco della fillossera che distrusse la maggior parte dei vigneti del territorio. Ma è proprio in questo punto della storia che la trama comincia a farsi più interessante grazie all’arrivo del protagonista principale: il Marchese Mario Incisa della Rocchetta.

Il Marchese, grande appassionato di cavalli e di vini francesi, notando una certa somiglianza tra il territorio di Bolgheri e quello di Graves, nei dintorni di Bordeaux, decise di provare a creare una gamma di vini simili a quelli francesi. Forte della sua convinzione, il Marchese importò delle viti di Cabernet Sauvignon e di Cabernet Franc e scelse di posizionare la vigna a nord-est, proprio come d’uso nella Côte d’Or e nel Médoc. Sempre sotto l’ispirazione francese, il Marchese introdusse poi le barriques, botti di dimensioni estremamente ridotte rispetto a quelle tradizionali toscane che vennero guardate con scetticismo dagli altri viticoltori.

 

Le cantine di Tenuta San Guido
© Tenuta San Guido

 

All’inizio degli anni ’40, il Marchese Mario Incisa della Rocchetta avviò la produzione del primo vino rosso della storia di Bolgheri e, qualche anno più tardi, creò il primissimo Sassicaia. Ironico pensare che, per i primi quindici anni, il Sassicaia sia stato consumato unicamente dalla famiglia del marchese in quanto giudicato quasi “imbevibile” dagli intenditori locali. Noncurante dei commenti negativi, nel 1968 il Marchese propose la commercializzazione della prima annata di Sassicaia, riscuotendo immediatamente un notevole successo.

Dieci anni dopo, il vino Bolgheri Sassicaia venne classificato dalla rivista enologica inglese Decanter come il miglior Cabernet del mondo. Da quel momento l’intera zona di Bolgheri, Castagneto Carducci, Suvereto e Massa Marittima diventò la culla di una produzione vinicola di altissimo livello. Naturalmente il vino Sassicaia non rimase un fenomeno isolato ma, a partire dagli anni Ottanta, gli si affiancano numerosi altri vini che, in pochissimo tempo, raggiunsero una fama altrettanto importante.

Il 1° agosto 1983 il territorio ottenne il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata, ma unicamente per i vini bianchi e rosati. La DOC per il vino rosso arrivò nel 1994. Circa un anno dopo venne costituito il Consorzio per la Tutela dei Vini Bolgheri DOC, che adottò per simbolo il Viale dei Cipressi che unisce Bolgheri a San Guido, lo stesso decantato dal celebre Giosuè Carducci.

Colline toscane affacciate sul mare, la combinazione perfetta

I vini Bolgheri sono vini originali e di carattere che esprimono perfettamente tutta la specificità del terroir e del clima della zona da cui provengono. L’area geografica dedicata alla loro produzione si estende a Nord della provincia di Livorno, nel comune di Castagneto Carducci. Se inizialmente la DOC Bolgheri si estendeva per soli 250 ettari, oramai ha raggiunto i 1.319.

Nonostante le credenze ritenute nel passato, al giorno d’oggi è ormai dimostrato che le viti traggono enorme beneficio dalla vicinanza del mare. Per questo, i migliori vigneti della DOC si trovano ai piedi delle colline e nella pianura tra Bolgheri e la zona sud di Castagneto. Quest’area è infatti soggetta alle correnti provenienti dal mare e a discrete escursioni termiche durante agosto e settembre che portano ad una maturazione lenta e regolare degli acini, regalando ai vini quell’acidità indispensabile che conferisce equilibrio e freschezza.

Un altro grande alleato del microclima della denominazione è la forte luminosità proveniente sia direttamente dal sole, sia dal suo riflesso sullo specchio di mare situato ad ovest. Tutte queste caratteristiche morfo-climatiche fanno sì che la temperatura media annua sia di 14°C e che le piogge siano ben distribuite nel corso dell’anno.

 

Il vigneto
© Antinori - Guado al Tasso

 

La varietà di vitigni e terroir della DOC Bolgheri

I terroir della DOC Bolgheri sono tanto straordinari e diversificati quanto i vini che ne derivano. In linea generale, si possono individuare tre diverse zone in cui si impianta il vigneto: le colline, la zona intermedia e la zona vicina al mare. A seconda della zona, i terreni possono essere di tipo alluvionale di origine fluviale, di origine marina caratterizzati da sabbia, calcare e argilla, o ancora composti da rocce vulcaniche. Le viti affonderanno allora le loro radici in suoli argillosi, argillo-sabbiosi, sabbiosi-argillosi, argillo-limosi, o totalmente sabbiosi.

L’eterogeneità dei terroir implica una conseguente varietà dei vitigni coltivati. Quelli più piantati in assoluto sono gli storici Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot, ma ampio spazio è dedicato anche alla Syrah, al Petit Verdot, al Vermentino, al Sauvignon Blanc, al Trebbiano toscano e al Sangiovese.

 

Il territorio
© Gaja Ca' Marcanda

 

Bianchi, rossi o rosati, i vini Bolgheri soddisfano ogni palato!

Nel Disciplinare di Produzione della Denominazione di Origine Controllata dei vini Bolgheri viene sottolineato come la vinificazione debba avvenire nel più assoluto rispetto del territorio. In particolare, viene evidenziato che la vinificazione prevede una resa massima dell’uva non superiore al 70% per quanto riguarda il Bolgheri rosso, rosso superiore e rosato, mentre la soglia è abbassata al 65% per le tipologie di vino bianco, Vermentino e Sauvignon.

Nello stesso Disciplinare, inoltre, vengono definite con precisione le caratteristiche e le tipologie di vino previste dalla DOC Bolgheri: Bianco, Rosato, Sauvignon, Vermentino, Rosso e Rosso Superiore.

 

Le uve del vino Bolgheri rosso
© Grattamacco

 

Focus su Bolgheri DOC Rosso Superiore

Nel 1994, in seguito alla divisione della DOC Bolgheri in tre diverse denominazioni, viene creata la DOC Bolgheri Superiore, il cui Disciplinare limita a 50% la presenza di Sangiovese e di Syrah, mentre è concesso dallo 0 al 100% di Cabernet Sauvignon, Merlot o Cabernet Franc.

Con un invecchiamento minimo di 24 mesi, di cui 12 in barrique di rovere, i vini della DOC Bolgheri Superiore si caratterizzano da un’intensa espressione dominata da aromi di frutti neri accompagnati da note balsamiche. L’intensità aromatica si ritrova poi nel colore, declinato sulle sfumature del rosso granato e del rosso rubino. Al palato, questo vino si presenta dolce e morbido ma anche fresco e acidulo. Con una temperatura di servizio consigliata di 18-20°C, si abbina splendidamente a carni rosse, formaggi stagionati e cacciagione.

Focus su Bolgheri Sassicaia

Nel 2013, i 75 ettari destinati alla produzione del vino Bolgheri Sassicaia si staccarono dalla denominazione Bolgheri per costituire una DOC riservata. Evento più unico che raro se si considera che si tratta della prima e unica denominazione italiana riservata interamente ad una proprietà. La denominazione Bolgheri Sassicaia, infatti, spetta unicamente alla Tenuta San Guido, proprietà della famiglia Incisa della Rocchetta. Fu proprio questo preciso territorio a produrre il primissimo Sassicaia che diede avvio alla leggenda.

Il Disciplinare di produzione prevede che il vino sia ottenuto da almeno l’85% di Cabernet Sauvignon e il restante 15% da vitigni a bacca rossa. Il processo di vinificazione deve poi avvenire ad una temperatura controllata non superiore ai 30°C per un periodo di due settimane in cisterne di acciaio inossidabile. Inoltre, il Sassicaia non può essere commercializzato se non dopo essere stato invecchiato per 24 mesi, 18 dei quali rigorosamente in botti di rovere francese, e affinato successivamente in vetro.

Queste sono solo alcune delle intransigenti regole da rispettare per la produzione di un Bolgheri Sassicaia DOC certificato, ma è proprio grazie a quest’attenzione e minuziosità che nascono vini rossi celebrati a livello mondiale.

 

La vinificazione
© Le Macchiole

 

Questi vini attirano l’attenzione con il loro splendido colore rosso rubino intenso che tende al granato con l’affinamento, ed invogliano l’assaggio sprigionando un profumo ricco, elegante e maestoso. Fin dal primo sorso, il palato percepisce un sapore secco, strutturato e voluminoso ma pur sempre equilibrato. Dalla personalità decisa e dal carattere ben delineato, il Sassicaia si sposa meravigliosamente con sapori altrettanto decisi come la cacciagione, formaggi stagionati, noci, funghi porcini e carni rosse.

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