Cabernet Franc
Originario dei Paesi Baschi, il Cabernet Franc è il vitigno più antico coltivato in Gironda, il dipartimento di Bordeaux, risalente almeno al I secolo d.C. Incrociandosi col Sauvignon Blanc, ha dato...Mostra di più
Cabernet Franc: l’eleganza nella discrezione di un nobile vitigno
I vini di Cabernet Franc, nella loro particolare eleganza, faranno la felicità di tutti gli amanti di piatti autunnali. L’uva di Cabernet Franc, originaria di Bordeaux, viene ormai coltivata in tutto il mondo con risultati estremamente interessanti.
La storia del Cabernet Franc
Il Cabernet Franc è un vitigno rosso conosciuto anche come “Bouchet” nel vigneto di Saint-Émilion, “Bouchy” nel centro della Guascogna, “Breton” in Turenna, in Veneto “Bordò”... Più di 45.000 ettari di superficie vitata sono dedicati alla coltivazione di quest’uva nel mondo, e 36.000 ettari solo in Francia. Di questi più della metà si trovano in Aquitania e subito dopo viene la Valle della Loira.
Sembra che anticamente il Cabernet Franc sia arrivato in Francia dalla Spagna, dov’è conosciuto sotto il nome di “Achéria”, grazie ai pellegrini di ritorno da Santiago di Compostela. Nel XVII secolo si stabilisce nel Libournais, quando il cardinale Richelieu trasporta talee di vigna in Valle della Loira. Vengono poi piantate nell’abbazia di Bourgueil, dove sarà l’abate Breton a prendersene cura, il cui nome in seguito viene associato al vitigno stesso.
Fra il XVIII e il XIX secolo il Cabernet Sauvignon acquista un grande successo, così si cominciano a notare delle somiglianze fra questi due vitigni e a proporre teorie sulla loro parentela. Nel 1997, la prova del DNA mostra che il Cabernet Sauvignon effettivamente nasce da un incrocio fra il Cabernet Franc e il Sauvignon Blanc.
Ormai il Cabernet Franc è un vitigno ben conosciuto, come vedremo in seguito, per la sua adattabilità a certe condizioni climatiche, così come per le sue proprietà organolettiche.
Il Cabernet Franc in vigna
Il Cabernet Franc è un vitigno a bacca nera fra i più coltivati al mondo. Nel vigneto di Bordeaux, in particolare, si ritrova nel tipico “taglio bordolese”, che lo vede come spalla al Cabernet Sauvignon o al Merlot o a entrambi. Si dimostra in genere più vigoroso del Cabernet Sauvignon e un minore produttore, con 30-40 hl/ha, che possono raggiungere gli 80 hl/ha in Linguadoca. Resistendo meglio al freddo ed essendo più precoce del Cabernet Sauvignon di una decina di giorni, il suo impianto funziona in certi casi da polizza assicurativa, quando l’altro viene danneggiato da condizioni climatiche sfavorevoli. Il Franc si adatta a molti tipi di suoli, ma sembra avere una predilezione per le sabbie e i suoli gessosi, sui quali produce vini più corposi.
Le regioni del Cabernet Franc
In Francia, il Cabernet Franc serve principalmente in posizione ancillare rispetto ad altri vitigni, specialmente in Aquitania, dove rientra nelle varietà rosse permesse in tutte le AOC regionali. Château Cheval Blanc è una famosa eccezione. Questo Premier Grand Classé “A” di Saint-Émilion riserva un posto da coprotagonista a quest’uva, assemblando in genere una percentuale prossima alla metà di Cabernet Franc e Merlot, con un tocco di Cabernet Sauvignon. Dopo l’Aquitania e la Valle della Loira, dove rientra in 6 AOC regionali, si ritrovano un migliaio di ettari in Poitou-Charentes e nella regione mediterranea, dove la sua recente introduzione ha già portato ad avere quasi 4.000 ettari.
Il Cabernet Franc è ormai parte integrante dei vini italiani, dove però dopo recenti studi ampelografici ci si è accorti che è spesso stato confuso con il Carmenère (un’altra antica varietà di Bordeaux) e il Cabernet Sauvignon. Tra le regioni più piantate a Cabernet Franc in Italia, troviamo i settentrionali Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Veneto, ma se ne trova perfino in Puglia. Negli ultimi decenni la coltivazione in Toscana si è espansa, specialmente nell’area della Maremma e della Denominazione di Origine Controllata Bolgheri, dove si producono i vini cosiddetti Super Tuscan. Sono vini che riprendono i tipici vitigni bordolesi, coltivati però sul suolo della costa toscana, dove godono di un terroir particolarmente favorevole. Tra questi troviamo vini straordinari come il Tignanello e il Solaia della Tenuta Tignanello della famiglia Antinori, o il Caiarossa, che accanto alle varietà bordolesi giustappongono il grande vitigno autoctono della Toscana, il Sangiovese. Tipicamente assemblato insieme ad altri vitigni, il Cabernet Franc può anche essere vinificato in purezza, come decide di fare la tenuta Le Macchiole con il suo Paleo.
Nel vecchio continente si trova nelle regioni più settentrionali, come in Ungheria, Bulgaria, Slovenia e Croazia, ma anche Grecia e Spagna.
Le regioni del Cabernet Franc nel Nuovo Mondo
Anche nel nuovo Mondo si ritrovano sempre più vigne di Cabernet Franc, che grazie alla sua adattabilità, può essere dai vigneti del Canada fino a quelli in quota dell’Argentina. Negli Stati Uniti, la California, con le sue fresche nebbie mattutine, fornisce un clima e un terroir propizio alla coltivazione di quest’uva. La tenuta Vérité produce, con il suo Le Désir, un ottimo blend in Sonoma County a predominanza di Cabernet Franc. Anche nella costa nord-orientale tra Virginia, stato di New York e di Washington si è iniziata la coltivazione di qualche ettaro con gradevoli risultati.
Nel Sudamerica, nei vigneti andini dell’Argentina, il Cabernet Franc è considerato il vitigno con più potenziale per la zona dopo il Malbec. In Australia il Cabernet Franc è arrivato nel XIX secolo insieme alla collezione di James Busby, dove ormai si ritrova nelle regioni di Victoria, McLaren Vale, Adelaide Hills e la Clare Valley. In Nuova Zelanda se ne trova nella regione di Auckland, dove la winery Providence produce una bella referenza a Matakana.
Anche in Cina se ne coltiva ormai qualche ettaro, in particolare grazie all’avventura viticola intrapresa da Ao Yun, che porta avanti l’ambizioso progetto di coltivare le uve bordolesi a 2.600 metri di altitudine sui versanti dell’Himalaya.
Il Cabernet Franc nel bicchiere
Dal punto di vista della degustazione il Cabernet Franc dona vini meno colorati del Cabernet Sauvignon e meno tannici, ciò che gli consente di invecchiare più rapidamente e di essere apprezzabile in minor tempo. È per questo che nel blend bordolese, dove invece si cerca di elaborare vini da grandi invecchiamenti, il Cabernet Sauvignon viene a integrare il lato della longevità.
Fra i vini rossi è abbastanza semplice da riconoscere. L’alta proporzione di pirazine si riflette nel bouquet aromatico con inconfondibili note affumicate e, soprattutto, di peperone. Se raccolto in sottomaturità, il Cabernet Franc può dar luogo ad aromi molto vegetali, un po’ bruschi e generalmente non molto apprezzati. Raccolto allo stadio di maturità ideale, questo vitigno si esprime con eleganti note fumé, di spezie e pepate. Nel bicchiere si ritrovano anche gli aromi di lampone, di ribes nero, di viola e grafite. In genere lo stile del Nuovo Mondo privilegia delle leggere sovramaturità, per attenuare le note vegetali ed enfatizzare il frutto.
Servito ad una temperatura di circa 16-18°C, la sua personalità elegante e discreta si abbina magnificamente ai piatti autunnali, dalla selvaggina agli insaccati cotti, passando per spezzatini e arrosti accompagnati da polenta. Anche i formaggi a pasta dura e stagionati verranno esaltati da un grande Cabernet Franc, in blend o in purezza.