L’avventura dello Château du Moulin-à-Vent comincia nel XVIII secolo, all’epoca della rivoluzione. La tenuta, di prioprietà di una ricca famiglia della zona di Mâcon, sfugge alle confische rivoluzionarie, permettendo alla famiglia Pommier di controllare il vigneto. Philiberte Pommier, pioniere dello Château du Moulin-à-Vent, riuscì a far classificare i vini della tenuta in occasione dell’Esposizione Universale di Londra nel 1862. Il riconoscimento di un millesimato di 8 anni dimostrò allora il potenziale dei vini di Beaujolais, frutto di un’ispirazione visionaria di Philiberte Pommier. Dal 2009 la famiglia Parinet dirige lo Chateau accompagnata dal maestro di cantina Brice Laffond.
In questa storica tenuta di 33 ettari, le viti di Gamay, con un’età media di 55 anni, vengono coltivate in un vasto mosaico di terreni. Talvolta esposti al vento, talvolta al riparo, i grandi terreni della proprietà come La Rochelle, Les Thorins o ancora Les Vérillats, per non citarne altri, sono caratterizzati da suoli granitici più o meno sabbiosi.
Le 140 parcelle della tenuta sono distribuite esclusivamente sulla denominazione Moulin-à-Vent e vengono coltivate secondo i principi dell’agricoltura biologica, ammendando la terra in modo naturale ed evitando l’uso di pesticidi. Il suolo viene lavorato al fine di trarre il massimo dal terreno.
I vini dello Château du Moulin-à-Vent sono divenuti una referenza incontestabile della denominazione. Generosi, delicati e dal bouquet fiorito, questi vini presentano un buon potenziale di invecchiamento.