Champagne Drappier
Con origini risalenti al XVII secolo, la famiglia Drappier è uno dei grandi nomi dello Champagne. È San Bernardo, fondatore dell'Abbazia di Clairvaux, che fece costruire nel 1152 le cantine che oggi...Mostra di più
Champagne Drappier e le cantine di San Bernardo
Fin dall’epoca gallo-romana, duemila anni fa, a Urville veniva coltivata la vite e questo la dice lunga sul DNA di questa regione viticola. Quando, nel XII secolo, l’abbazia di Citeaux inizia a crescere per via del successo del suo modello religioso, i monaci cistercensi cominciano a fondare nuove sedi. Le prime fra queste prendono il nome di “figlie di Citeaux” o “abbazie primigenie”. Una di queste è l’abbazia di Clairvaux (Chiaravalle, in italiano), fondata da Bernardo da Chiaravalle. I monaci cistercensi, grandi agricoltori e, in particolare viticoltori, fanno costruire a Urville le splendide cantine a volta, ancora oggi utilizzate dalla maison di Champagne Drappier.
Champagne Drappier e “Papà Pinot”
La famiglia Drappier comincia a interessarsi allo Champagne nel 1808, con François. Già commercianti in tessuti a Reims da circa due secoli, i Drappier, iniziano a coltivare le vigne di Urville.
Sembra che negli anni Trenta del XX secolo il vigneto abbia attirato le attenzioni di certi detrattori, per via della decisione di Georges Collot, nonno materno dell’attuale titolare dell’azienda, di coltivare Pinot Noir. All’epoca è sembrata una scelta controcorrente, tanto dar origine al soprannome “Père Pinot”. La storia ha dato però ragione a Georges, considerando che oggi il 70% della superficie vitata della casa di Champagne Drappier è coltivata a Pinot Noir.
Nel secondo dopoguerra la famiglia Drappier, acquista le cantine cistercensi fatte costruire da San Bernardo e oggi vi conserva alcune annate pregiate e i formati di bottiglie più grandi, orgoglio della casa.
Champagne Drappier e la scalata al successo
È nel 1952 che la casa di Champagne Drappier lancia la sua cuvée Carte d’Or, con la sua riconoscibilissima etichetta gialla, del colore della gelatina di mele cotogne, di cui infatti si possono ritrovare gli aromi. L’anno 1957 è particolarmente duro per la proprietà, poiché il gelo distrugge il 95% dell’intera produzione. André Drappier, senza lasciarsi scoraggiare, decide perciò di piantare anche il Pinot Meunier, più resistente al freddo della primavera.
Nel corso dei decenni il savoir-faire e i vini firmati Drappier arrivano a ottenere famosi apprezzamenti, come quelli di Charles de Gaulle, sedotto dalle cuvée di bianco 100% Pinot Noir e di Rosé, anch’esso 100% Pinot Noir, iniziato ad elaborare quarant’anni prima.
Dal 1979 le redini della proprietà passano in mano a Michel Drappier, i cui figli rappresentano l’ottava generazione sul domaine.
Nel 1988 la famiglia acquisisce anche le cantine scavate nel gesso di Reims, dove riposano le bottiglie più antiche e le cuvée d’eccezione, come la Grande Sendrée o il Millésime Exception.
Il vigneto della casa di Champagne Drappier
Rispetto profondo per il frutto, la terra e la sua diversità sono alla base della passione della maison di Champagne Drappier per il terroir, ritenuto un patrimonio sacro.
Il vigneto conta oggi 55 ettari in proprietà, mentre i restanti sono in contratti associati, tra la Côte de Bar, la Montagne de Reims, ben nota per la forza del suo Pinot Noir e la Côte de Blancs, conosciuta invece per la finezza del suo Chardonnay. Oltre ai vitigni più classici, vengono coltivati anche altri vitigni locali e rari e quasi dimenticati, come il Pinot Meunier, l’Arbane o il Petit Meslier.
La vinificazione per la casa di Champagne Drappier
Il rispetto delle peculiarità dei terreni, dei vitigni e delle parcelle è alla base dell’elaborazione dei vini Drappier. Tre generazioni – costituite da Michel Drappier, insieme al padre, André, e ai figli, Charline, Hugo e Antoine – si riuniscono insieme allo Chef de Cave per creare ogni anno cuvée che siano l’espressione della filosofia Drappier.
Vengono praticati i dosaggi più bassi possibili, poiché la maison è fortemente contraria all’utilizzo eccessivo di solforosa. La cuvée Brut Nature Sans Soufre ne è l’esito migliore. Allo stesso tempo si ottengono vini dai colori più naturali e aromi più intensi. La presa di schiuma è inoltre effettuata a temperature basse e molto lentamente, in modo da generare bollicine più fini.
I liquers d’expédition vengono fatti invecchiare in botti di rovere del Limousin e poi in damigiane per più di 15 anni, ciò che gli permette di ottenere maggiore concentrazione e nobiltà. Questi vengono aggiunti in dosi ridotte, per creare vini complessi e puri, che non appesantiscano il palato, ma abbiano una persistenza accentuata.
I formati eccezionali di Champagne Drappier
Dal quarto di bottiglia (0,20 l) al gigantesco Melchisédech (30 l, equivalente di 40 bottiglie), la casa di Champagne Drappier produce undici formati di bottiglie. Tra questi troviamo anche il Prima (27 l, equivalente di 36 bottiglie), che Drappier è l’unico a produrre. La scelta del nome deriva dal latino primat, di prim’ordine, in omaggio all’antico retaggio gallo-romano della zona.
Una particolarità degli Champagne Drappier è data dal fatto che presa di spuma, remuage e sboccatura vengono effettuate individualmente per ogni contenitore, dalla mezza bottiglia al Melchisédech. Si utilizza questa tecnica per garantire freschezza e effervescenza eccezionali.
Le cuvée di Champagne Drappier
Dai classici Carte d'Or, passando per i Blanc de Blanc e i Rosé, fino ad arrivare alle cuvée più peculiari e ai Millésimes Exception, Drappier produce una serie di vini che rappresentano la perfetta espressione del terroir. Il Pinot Noir è il grande protagonista, ma lo Chardonnay lo segue da vicino. La cuvée Quattuor, accanto allo Chardonnay, celebra anche tre vitigni locali quasi dimenticati: Arbane (25%), Petit Meslier (25%) e Blanc Vrai, come viene chiamato il Pinot Blanc nello Champagne, (25%).
Oltre al già citato Brut Nature Sans Soufre, che mette in risalto la purezza di un Pinot Noir senza aggiunta di solfiti e senza dosaggio, un’altra cuvée che merita di essere citata è il Charles de Gaulle. Questi rende omaggio al generale de Gaulle, che aveva scelto lo Champagne Drappier per i suoi ricevimenti a Colombey-les-Deux-Eglises.
Champagne Drappier, una casa “verde”
L’impegno nella sostenibilità di Drappier è davvero notevole. Innanzitutto, più della metà del vigneto è coltivato in agricoltura biologica. Dal 1° gennaio 2016 è la prima casa di Champagne “Carbon Zéro”, cioè neutra per le emissioni di anidride carbonica, dalla società EcoAct, dopo aver passato anni nello sforzo di ridurle.
Più di metà dell’energia utilizzata è di origine solare e i trattori funzionano a carburante agricolo. Per compensare le sue emissioni, infine, Drappier finanzia un programma eolico in India. La maison di Champagne Drappier si configura ormai come un esempio di impegno nel rispetto dell’ambiente da seguire.