La DOCG Barolo si trova nel sud del Piemonte, nell’area vitivinicola delle Langhe. Riconosciuto come DOC nel 1966 e poi come DOCG nel 1980 il Barolo ha una lunga storia alle spalle, una storia di prestigio e di qualità.
Si deve Giulietta Falletti, marchesa di Barolo un grande balzo in avanti nella storia vinicola della denominazione. La marchesa chiama l’enologo francese Louis Odart, per migliorare i vini della sua cantina. Il suo moderno know-how si rivelerà grandemente utile al successo del Barolo.
100% Nebbiolo, vitigno principe delle Langhe, coltivato esclusivamente nei comuni di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d'Alba, La Morra, Monforte d'Alba, Roddi, Verduno, Cherasco, Diano d'Alba, Novello e Grinzane Cavour. Le uve per i Barolo vengono coltivate su terreni collinari, ad un’altitudine compresa tra i 170 e i 540 m s.l.m. Il microclima è gradevolmente protetto dalle Alpi, su terreni argillo-calcarei di origine elveziana e marnosi e sabbiosi di tipo tortoniano.
Il disciplinare di produzione obbliga a un invecchiamento di 38 mesi, a partire dal 1 novembre dell’anno della raccolta, di cui almeno 18 in botte di legno. Dopo 5 anni di affinamento il Barolo può mostrare in etichetta la menzione Riserva.
Alla degustazione il Barolo si presenta come un grande vino rosso rubino, che tende ad imbrunirsi nel tempo. La rosa, la viola e la confettura di frutti rossi sono fragranze generalmente presenti nel bouquet, accompagnate da vaniglia e tabacco. Al palato i tannini, solidi, costruiscono una struttura in grado di resistere al trascorrere dei decenni. Potente, lungo, elegante: è così che il Barolo DOCG, eccellenza dei vini tipici del nord Italia, si è guadagnato il detto “re dei vini, vino dei re”.