Viognier
Uva molto antica, emblematica della denominazione di Condrieu, nella Valle del Rodano, il raro Viognier ha rischiato estinzione a metà degli anni ‘80. Grazie a una manciata di viticoltori delle Côtes...Mostra di più
Viognier, aromi di frutta e fiori in un calice di oro liquido
Vitigno bianco aromatico originario di Condrieu, che ha rischiato di sparire, il Viognier è la nuova grande diva del palcoscenico enoico mondiale. Rotondo, sapido, grasso… Scopriamo di più sulle caratteristiche di quest’uva.
Dal rischio di sparire al successo planetario: la storia del Viognier
Il Viognier ha una storia un po’ contrastata alle spalle, in cui ha rischiato di scomparire completamente dalle scene mondiali. Originariamente coltivato in pochi ettari della Valle del Rodano settentrionale, ha conosciuto negli ultimi decenni una grande fortuna e ha ormai davanti a sé un futuro brillante.
Il suo nome viene dal celtico vidu, che significa “bosco” e recenti studi hanno dimostrato che il Viognier ha un patrimonio genetico non molto lontano dall’uva Freisa e dal Nebbiolo italiani, ciò che richiama le origini alpine del vitigno. Il Viognier è stato per lungo tempo confinato nei vigneti di Condrieu e zone limitrofe. L’arrivo della fillossera, poi l’abbandono seguito alla Prima guerra mondiale e la crisi degli anni Trenta, hanno ridotto la coltivazione del Viognier al punto tale da farla quasi sparire. Nel 1986 erano rimasti solo 20 ettari di superficie vitata di Viognier.
Negli ultimi decenni, invece, si è assistito a un’infatuazione collettiva nei confronti di questa varietà e, se è vero che il Rodano settentrionale rimane il suo luogo di elezione per antonomasia, il Viognier ha trovato grande successo all’estero. Passa prima per il Sud della Francia, dove ha dato grandi risultati specialmente in vini monovitigno. Basti pensare al 100% Viognier, Sainte Fleur Viognier, di una proprietà che ha fatto dei vini monovarietali il suo cavallo di battaglia, come Triennes, in Provenza.
Italia, Spagna, Grecia, Svizzera, Portogallo e Austria hanno scoperto la loro passione per il Viognier. Diventa poi particolarmente apprezzato negli Stati Uniti, dove ha trovato la via della California. Negli Stati Uniti, monovitigno o in blend con Chardonnay, Chenin Blanc e Colombard, oltre che in California, si ritrova anche in Virginia e Georgia. In Australia è talmente popolare da coprire il 70% della superficie vitata in bianco!
Viognier, un’uva rappresentativa del Rodano settentrionale… ma non solo!
Il Viognier trova il suo habitat naturale nei poveri suoli granitici polverosi di mica e calcare. È un’uva estremamente poco fertile e il suo rendimento si situa attorno a medie molto basse. Basti pensare che, nelle buone annate, si ottengono 30 hl per ettaro. Questi bassi rendimenti creano le condizioni ideali per lo sviluppo di aromi intensi e concentrati.
Nella sua terra natale, il Rodano settentrionale, resta una varietà molto apprezzata. I vini di Condrieu e di Château-Grillet, denominazioni dove il Viognier rappresenta l’unica uva coltivata, sono rari e tra i più ricercati da tutti gli appassionati di grandi vini bianchi. Per degustare lo stile rappresentativo di quest’uva così particolare si può partire alla scoperta dei più prestigiosi nomi del Rodano settentrionale, come François Villard, Domaine Stéphane Ogier, Louis Chèze, Domaine Georges Vernay, Tardieu Laurent…
Viene d’altronde utilizzato anche in assemblaggio. Ci si deve spostare però appena più a Nord, sempre riva destra del Rodano, nelle immediate vicinanze di Vienne. Nella Côte-Rôtie, fin dal XVIII secolo, il Viognier viene assemblato col Syrah. Il disciplinare della denominazione permette di utilizzare fino al 20% di quest’uva bianca, per portare morbidezza, freschezza, finezza, eleganza e, sopra ogni cosa, tutta la sua gamma di aromi all’uva nera, con cui condivide le origini rodaniane. Grandi proprietà emblematiche del Rodano, come Yves Cuilleron, con il suo Côte-Rôtie “Bassenon”, o E. Guigal, con il suo Côte-Rôtie “La Mouline”, assemblano una consistente parte di Viognier (intorno al 10%) con il Syrah, in vini dal dall’ottimo potenziale d’invecchiamento, ma con un lato generoso e grasso che non ci si aspetta.
Questo assemblaggio ha molta fortuna anche in Australia, dove a volte un Viognier monovitigno rischia di essere disequilibrato, mentre il Syrah porta l’acidità necessaria a equilibrare il corpo e gli aromi.
La golosità dei caratteristici aromi del Viognier
Il Viognier si definisce un vitigno aromatico proprio per via della specificità delle note che compongono il suo bouquet. Frutti gialli maturi, come mango, pera, pesca, albicocca, mela cotogna, sono accompagnati da aromi di fiori freschi, come la viola, l’iris e l’acacia. Seguono le note muschiate, speziate e di frutta secca (mandorle, nocciole tostate).
La grande golosità del Viognier risiede nel suo corpo, che restituisce la sensazione di affondare i denti in una pesca matura, succosa. Il grasso, la rotondità e la sua alcolicità, uniti alla finezza che riveste il tutto, permettono di perdonare l’acidità che spesso gli fa difetto, soprattutto nei climi più caldi. La persistenza in bocca dei sapori più gradevoli è eccezionale. In genere si usa berlo giovane, perché è un vino che teme molto l’ossidazione.
Infine, cosa meglio si accompagna a un bicchiere di Viognier? In aperitivo, servito ben fresco, potrà difficilmente dispiacere ai convitati, magari abbinato a stuzzichini sfiziosi. Il pesce di certo non teme il confronto e, in particolare, aragosta e frutti di mare. Tra i formaggi, tutti quelli dai sapori forti sapranno mettere in risalto il vostro vino. Uno su tutti: la rigotte de Condrieu, un formaggio di capra che condivide evidentemente i natali del vitigno.
Se è vero che spesso, in enogastronomia, prodotti con origini vicine si accordano alla perfezione tra di loro, è vero anche che chi non risica non rosica… Da provare quindi l’abbinamento con piatti speziati, come la cucina indiana, magari nella sua versione meno aggressiva, per non soffocare l’ampiezza e la generosità di un sorso di Viognier.